Articoli di Giovanni Papini

1955


in "Schegge":
Platone come « figura » di Cristo
Pubblicato in: Il nuovo Corriere della Sera, anno LXXX, fasc. 306, p. 3
Data: 25 dicembre 1955


pag. 3




   « Figure » e profezie del Messia si incontrano fitte da un capo all'altro dell'Antico Testamento. Tentai altrove di mostrare che anche il mondo pagano fu avvertito allo stesso modo di quello ebraico e che Romolo e Giulio Cesare possono essere interpretati come « figure » di Cristo e che Virgilio fu veramente uno dei suoi profeti.
   Da molto tempo ho il presentimento che Platone sia stato, in Grecia, « figura » e insieme profeta di Colui che doveva venire. Nessuno, che io sappia, s'è accorto delle somiglianze davvero singolari tra la vita di Platone e quella di Gesù, somiglianze così numerose e Puntuali che non possono essere dovute al caso.
   Tutt'e due furono di origine regia: Platone discendeva da Codro, re di Atene; Gesù discendeva dal re David, conquistatore di Gerusalemme.
   Il primo paese dove si recarono lasciando la patria fu l'Egitto: Platone per acquistare nuova dottrina, Gesù per sfuggire alla persecuzione di Erode.
   Tanto Platone che Gesù ebbero dei precursori e iniziatori che finirono uccisi per volontà dei potenti: il filosofo venne guidato da Socrate, il Profeta fu consacrato da San Giovanni Battista. Ambedue furono ricercati da principi più curiosi che benevoli i quali poi, delusi e sdegnati, tesero loro insidie: Dionisio tiranno di Siracusa a Platone; Erode Antipa a Gesù.
   Si l'uno che l'altro furono venduti per trenta monete: Platone, tornando da Siracusa, fu preso dai pirati e messo in vendita sul mercato degli schiavi di Egina: Gesù fu venduto da Giuda nel modo che tutti sanno.
   Nei momenti più dolorosi della loro vita tutt'e due furono aiutati da uomini nativi di Cirene: Platone schiavo fu ricomprato e liberato da un cireneo; e fu un cireneo che portò sul Golgota !a croce di Gesù.
   Queste somiglianze ed altre che tralascio per brevità inducono a pensare che Platone possa essere una delle « figure » pagane di Cristo. Ma c'è di più e di meglio: Platone è l'unico scrittore dell'antichità classica che abbia annunciato profeticamente il martirio del vero Giusto quando verrà tra gli uomini. Si legge nel secondo libro della Repubblica: « Senza che abbia dunque fatto mai nulla di male il Giusto abbia tutta l'aria di essere un grandissimo malfattore, acciò per la giustizia sia a tutta prova, come quello che non pencola per la mala fama e per le sue conseguenze; ma duri fino alla morte senza mutar mai nel parere ingiusto per tutta la vita essendo invece giusto... Il Giusto in sì fatte condizioni sarà sferzato, sarà torturato, sarà imprigionato, gli saran cavati gli occhi, per terminare, dopo aver sofferto ogni sorta di guai, a morire sul legno ».
   L'Acri, a questo punto, traduce addirittura « sarà crocifisso » ma non è chiaro di quale supplizio si tratti: il legno o palo, in ogni modo, fa immaginare qualcosa di simile alla croce. Si noti pure che Gesù nei Vangeli è chiamato il Giusto.
   La Repubblica di Platone fu composta, pare, tra il 389 e il 369 avanti Cristo. Tre secoli dopo la tragedia del Calvario la filosofia di Platone divenne e rimase per mille anni una delle più vive fonti della teologia cristiana.


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